venerdì 20 luglio 2007

15' ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI PAOLO BORSELLINO, MA I PALERMITANI DOV'ERANO?

PALERMO - Ieri,19 Luglio è stato il giorno della memoria nel ricordo di Paolo Borsellino, procuratore aggiunto a Palermo, e degli agenti che gli facevano da scorta, massacrati nella strage di via D'Amelio il 19 luglio di quindici anni fa. Sul luogo del massacro, dove nella notte si è tenuta una veglia, si sono radunate centinaia di persone e sono state deposte corone e mazzi di fiori mentre un picchetto d'onore ha intonato le note del silenzio. Quel 19 luglio Borsellino si stava recando a casa dell'anziana madre, dopo essere stato a pranzo a casa di amici. Ma non ha fatto in tempo a scendere dall'auto blindata, e con lui sono morti Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Cusina, Claudio Traina. Unico superstite l'agente Antonino Vullo. La strage di via D'Amelio avvenne esattamente 57 giorni dopo l'attentato di Capaci in cui avevano perso la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Paolo Borsellino aveva 51 anni, da 28 anni era in magistratura. Era stato nominato procuratore aggiunto di Palermo dopo avere diretto la procura di Marsala. Aveva preso il posto di Falcone e sapeva che la sua vita era in pericolo. L'assenza dei palermitani. A testimoniare il ricordo dell'eccidio, oltre al presidente del Senato Franco Marini, al prefetto Giosué Marino, ad alcuni politici, al questore Giuseppe Caruso, molti bambini.
Ma la città normale, quella degli impiegati, dei commercianti e dei lavoratori, è rimasta estranea.
Non c'erano persone affacciate ai balconi e la strada era colorata solo dai bambini che facevano il gioco dell'oca della legalità. Sul cippo che ricorda la strage vi sono solo le corone d'alloro ufficiali, mancano i mazzi di fiori che fino ad alcuni anni fa portavano le persone lasciando un biglietto con una frase di speranza per il futuro.
In via D'Amelio tanti bambini. "E' quasi un miracolo che il ricordo sia ancora così vivo in un Paese che facilmente dimentica i propri morti. E' importante che la memoria sia affidata ai bambini che non c'erano quando Paolo è morto". Così Rita Borsellino, deputato regionale dell'Unione, ha ricordato il fratello Paolo davanti al cippo che ricorda la strage in via D'Amelio dove si sono radunati centinaia di bambini delle scuole elementari e medie di Palermo tra cartelloni colorati e striscioni con su scritto "La mafia non ci fa paura", "Sconfiggendo la mafia il mondo sarà migliore". Messaggi e corone di fiori. Tanti i messaggi inviati alla sorella di Paolo Borsellino e alla vedova Agnese. In via D'Amelio, davanti all'ulivo piantato dopo la strage, il presidente del Senato Franco Marini ha deposto una corona. Sul luogo della strage sono state poste due statue che raffigurano Paolo Borsellino e Giovanni Falcone che conversano. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio alla famiglia: "Trascorsi ormai quindici anni dal tragico attentato restano più che mai vivi nella mia memoria e in quella di tutti gli italiani il dolore e lo sgomento per un così terribile evento. L'indelebile ricordo di quel crimine ha contribuito a far maturare una più diffusa e radicata coscienza civile ed a promuovere un rinnovato impegno per il consolidamento dei valori fondanti della nostra Repubblica: legalità, solidarietà e libertà, contro ogni forma di sopraffazione e violenza".

Paolo Borsellino con Giovanni FalconeAnche il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha inviato un messaggio: "A quindici anni dalla tragica morte di Paolo Borsellino - insieme agli uomini della sua scorta - si rinnova il dovere di onorarne la memoria e di esprimere la più viva gratitudine per l'impegno coraggioso con cui egli ha combattuto per l'affrancamento della Sicilia e del Paese dal giogo della mafia". "Il giudice Borsellino e gli agenti di scorta debbono essere considerati da tutti martiri gloriosi della nostra patria, alla memoria dei quali indirizzo il mio commosso deferente omaggio", ha scritto il presidente del Consiglio, Romano Prodi, al prefetto di Palermo. Grasso: "Non lasciare nulla di intentato". "E' il giorno del ricordo e della commozione" ha detto il procuratore antimafia Pietro Grasso, arrivando in via D'Amelio. E poi, parlando dei recenti sviluppi delle indagini: "Non ho mai sentito nominare servizi segreti non deviati. Questa ormai è una frase fatta che non rende bene quella che è la realtà. Abbiamo un problema morale ed etico di non lasciare mai nulla di intentato, di non verificato e controllato. Bisogna continuare sempre a cercare qualsiasi elemento utile alla verità". L'inchiesta continua. L'inchiesta sulla strage ha portato a tre diversi filoni processuali, ma rimangono misteri e zone d'ombra. E' stata fatta luce sul livello organizzativo ed esecutivo dell'attentato, ma non si sono scoperti i mandanti. E questo anniversario è segnato dalle notizie sulla riapertura dell'inchiesta della procura di Caltanissetta su ipotetici coinvolgimenti dei servizi segreti deviati nell'attentato e sui mandanti occulti della strage e dall'accorato appello del fratello di Borsellino, Salvatore, che chiede risposte alle tante domande sulla strage che presenta tuttora lati oscuri. Il ruolo dei servizi segreti. La sorella di Paolo Borsellino poi, in riferimento alle indagini sul ruolo dei servizi deviati, ha commentato: "Questa pista è stata lasciata troppo in fretta ma ho ancora fiducia nello Stato, quello vero. Come diceva mio fratello ci sono persone che occupano abusivamente le istituzioni". Poi in riferimento alle indiscrezioni secondo cui ci sarebbero cinque boss mafiosi pronti a collaborare con i magistrati per chiarire i punti oscuri della strage ha detto: "Mi meraviglio che ce ne siano ancora, ma è utile che vengano utilizzati nel corso delle indagini". Gip, no ad archiviazione inchiesta "agenda rossa". Il giudice per le indagini preliminari di Caltanissetta, Ottavio Sferlazza, ha respinto la richiesta di archiviazione dell'inchiesta sul furto della "agenda rossa" del giudice Paolo Borsellino, scomparsa dalla borsa del magistrato poche ore dopo la strage di via d'Amelio. L'udienza si è tenuta ieri e il magistrato si è riservato sulle ulteriori decisioni: imporre l'imputazione coatta alla procura oppure ordinare ulteriori indagini. Nel fascicolo, rimasto a carico di ignoti, si ipotizza il reato di furto. L'agenda al centro dell'inchiesta. L'agenda rossa, da cui il magistrato non si separava mai, è ritenuta dagli investigatori fondamentale per individuare i mandanti occulti dell'eccidio di via D'Amelio. "Abbiamo denunciato entro dodici ore la scomparsa dell'agenda rossa di mio fratello e abbiamo chiesto di capire chi c'era dietro la sua morte. Fin da subito è stato chiaro che qualcosa non funzionava e già mio fratello Paolo aveva detto che quello che c'era non era solo mafia", ha detto ancora Rita Borsellino, che ha aggiunto: "Le forze dell'ordine e i magistrati in questi anni nonostante le difficoltà hanno fatto un eccellente lavoro e oggi si può fare ciò che prima non era possibile. Ma dov'è la politica nella lotta alla mafia? Io la cerco, ma non riesco a trovarla". (19 luglio 2007)
fonte:repubblica











1 commento:

Anonimo ha detto...

Messaggio n°192 del 22/07/2007

FANTASIA AEREA



Le difficoltà americane nell‘industria aerospaziale sono il sintomo incolto della crisi degli Stati Uniti:

Gli USA, che spergiurano di essere andati sulla Luna nel ’69, ora neanche riescono a mandare uno Shuttle in orbita senza enormi batticuori e senza “damages” allo scudo termico di protezione tanto che ogni volta devono ripararlo nello spazio, letteralmente col filo di ferro.

Nel settore dell’aviazione civile la situazione non è migliore.

Non è bastata la fusione del ‘97 tra i due maggiori produttori di velivoli civili; Mcdonnel Douglas e Boeing.

Nonostante ciò il consorzio europeo Airbus sta superando la Boeing in vendite e col nuovo gigante A380 anche in fatturato.

Ah già, il “380”, http://en.wikipedia.org/wiki/A_380 .

Nonostante le colossali dimensioni, pur essendo un aereo totalmente nuovo, ha già in saccoccia oltre 170 ordini.

Mentre il rivale, il Boeing 747-8 http://en.wikipedia.org/wiki/Boeing_747-8 , pure esso non ancora entrato in servizio, ha accumulato circa la metà degli ordini e quasi tutti per la versione Cargo (“freighter”). A dispetto della diretta derivazione del 747 (Jumbo) esistente che ne facilita enormemente la fase di addestramento dei piloti e la messa a punto delle manovre di atterraggio e decollo negli aeroporti.

Conosciamo il concetto americano di concorrenza “liberalizzata”. L’uso del sistema di satelliti-spia denominato Echelon, per spiare le aziende europee allo scopo di favorire quelle americane, http://www.tmcrew.org/privacy/caq/panoramaechelon.htm .

Curioso poi che a 15 giorni dalla presentazione del nuovo Boeing 787 sia precipitato un Airbus A320 in uno scalo di San Paolo del Brasile.

Noi non siamo esperti, non sappiamo cosa è successo quel giorno. Tuttavia profetizziamo che il sistema di disinformazione degli Stati Uniti terminali comincerà a spargere voci sulla “insicurezza” dell’aeroplano europeo piuttosto che sull’ingarbugliato traffico aereo del cielo carioca, sulle pessime condizioni meteo e sulle carenze dell’aeroporto di Congonhas.

Se non di peggio. Magari fare succedere “qualcosa” a un A380.

Trattasi di pura fantasia, la nostra.



Canna-Power Team



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il sito anti-italiano per eccellenza



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