giovedì 29 gennaio 2009

IL SILENZIO DELLA SOLITUDINE



C'è fra voi chi cerca la compagnia delle persone loquaci per timore della solitudine.Il silenzio della solitudine svela infatti ai loro occhi la loro nuda essenza, cosa dalla quale rifuggono. E vi sono quelli che parlano,e senza consapevolezza né preveggenza rivelano una verità che sono i primi a non capire. E vi sono coloro che hanno la verità dentro di sé,ma non la esprimono a parole.

Gibran Khalil Gibran

venerdì 23 gennaio 2009

SILENT DAY



Spegniamo il rumore-accendiamo la Pace
28 gennaio 2009
Siamo in un mondo in cui il rumore della guerra, della violenza, della falsità, del raggiro, dei loschi affari, della morte ci ha attanagliato le orecchie comprendo irrimediabilmente la musica attenta di un respiro o il suono di un battito di cuore bambino… Fermiamoci un momento. Abbiamo tratto da questa realtà così instabile e deformata tutto il peggio, urlando, addossandoci gli uni agli altri le colpe, alzando la voce, smettendo di rispettare le idee di tutti, abbiamo imparato l’uso dell’arroganza mascherata da buoni propositi. Abbiamo smesso di ascoltare, ed abbiamo acceso con la nostra volontà un effetto domino devastante. Abbiamo permesso a noi stessi di diventare padroni del mondo e delle cose, quando nulla ci appartiene, ma tutto è un bene condiviso. Allora basta col rumore incessante del male, opponiamoci a questo col silenzio della riflessione, dei buoni sentimenti, di un abbraccio, del rispetto reciproco, basta con le mille parole sparate in aria come fossero intelligenti, madri di tante bombe sbagliate, basta con le politicità troppo corrette raccontate sui rotocalchi che non salvano gli occhi dei bambini di tutte le terre conosciute, basta col blabla di chi immagina soluzioni per costruire la pace che hanno la durata di un secondo e si bruciano al vento.
Accendiamo una piccola luce il 28 gennaio, una piccola candela accesa, silenziosa e forte, una protesta sentita e reale contro il continuo vociare del mondo che non sa ascoltare il grido d’aiuto dei suoi figli, troppo preoccupato com’è ad ascoltarsi. Diffondiamo silenzio e luce, come amore e coscienza del male da debellare, perché non è questione di aver ragione o torto, l’importante è restare in silenzio, fermi almeno cominciando da un attimo, imparando da coloro che non hanno colpe ma sono i più bersagliati ogni giorno, i bambini. Che spesso ci guardano sorpresi mentre ci dibattiamo e perdiamo in mille discorsi. La Pace come i loro sorrisi non fa rumore. Impariamo ad ascoltare, per non dimenticare, e per accendere una speranza futura.

Il 28 gennaio, accendiamo una luce, e con essa una speranza di più. Una piccola candela per coloro che non ci sono più, una candela contro tutte le guerre, una candela per la vita, per la Pace. Nel pieno silenzio, nel pieno ascolto delle diversità.


Grazie a quanti aderiranno!

Vi prego di diffondere questa che mi è nata come un’idea in sordina negli occhi, nel cuore, una sera…ed ha trovato degno incipit, on FaceBook,(trovate anche lì gruppo cui aderire) ma che deve (e mi appello alla sensibilità dei molti) divenire un momento importante, uno STOP al nostro tempo velocizzato e menefreghista a volte. Tutto quello che accade là fuori è figlio delle nostre azioni, ne siamo responsabili. Non ci sono dietrologie, nè secondi fini…ma la sola mera volontà di indurre ad una presa di coscienza. Per una volta rimaniamo silenti e guardiamo veramente… E’ ora di crescere. La Posta in gioco vale il tentativo!
fonte:IreneLeo.wordpress

giovedì 22 gennaio 2009

SOLUZIONE CONTRO L'INSONNIA



"Una soluzione contro l’insonnia è provare a “programmarsi mentalmente la sveglia”.

Spesso noi stessi (e altre entità come amici, parenti, televisione, giornali, pubblicità) ci diamo mentalmente degli ordini che inviamo, senza accorgercene, alla parte inconscia e sub-conscia della nostra mente. Ad esempio se la tv ci continua a dire “crisi economica”, “guerre”, “incertezza per il futuro”, il nostro inconscio riceve il messaggio di preoccuparci per il futuro, soprattuto se questi non vengono bilanciati da messaggi o avvenimenti positivi nel corso della nostra giornata. la mente elabora il pensiero di pericolo e il risultato può essere di svegliarti nel corso della notte.

Utilizzando lo stesso principio, si può provare a programmarsi mentalmente una buona notte di sonno. Il prerequisito è essere capaci di rilassarsi. Il meccanismo (che ognuno può adattare a piacere alla sua personalità e abitudini) è questo:

1. Evitare di guardare tv, spettacoli violenti, dibattiti troppo accesi in tarda serata. Terminare la cena almeno tre ore prima dell’ora in cui si desidera andare a dormire.

2. Se possibile, spegnere la tv almeno mezz’ora prima di andare a letto. Idem con computer e Internet. Rilassarsi consapevolmente praticando Yoga Nidra, oppure leggere, ascoltare musica tranquilla, fare qualche attività piacevole ma non impegnativa.

3. Andare a letto solo quando viene sonno e fare tutte le operazioni preliminari (pigiama, denti ecc) con grande calma (oppure farle in precedenza, in modo che quando viene sonno si prende, si spengono le luci, si salutano eventuali conviventiancora svegli e ci s’infila sotto le coltri).

infine:

4. Sotto le lenzuola rilassare cosapevolmente tutti i muscoli del corpo e, durante il dormiveglia che precede il sonno, dire a sé stessi con convinzione: “voglio dormire otto ore, voglio svegliarmi domattina alle sette” (o altra durata e orario a piacere). Durante il dormiveglia l’inconscio è particolarmente ricettivo e, se non riceve dalla mente istruzioni contrastanti, in questo modo lo programmiamo per dormire a lungo.

Se si è capaci di rilassarsi, spesso funziona.

Una semplice tecnica di rilassamento: Per chi non conosce lo Yoga Nidra, una tecnica di rilassamento che funziona ed abbastanza semplice è questa: percorrere mentalmente il proprio corpo pensando “ora rilasso la fronte; ora rilasso il volto; ora rilasso il collo; ora rilasso il braccio destro; ora rilasso il braccio sinistro; ecc” e mentre pensi la frase, rilassi la parte corrispondente. Si può percorrere mentalmente il corpo per macroaree (la testa, il braccio destro, il sinistro, il torso, la gamba ecc.) oppure scendere nei dettagli finché si vuole (rilasso il sopracciglio destro, il sopracciglio sinistro, la palpebra, ecc ecc ecc). Si può fare il percorso più volte ( e spesso ci si addormenta a metà :-).

Una nota di precauzione: se per caso si è molto stressati, oppure si attraversa un periodo di leggera depressione, il tentativo di rilassarsi da soli potrebbe essere infruttuoso o magari anche controproducente. In questo caso meglio non insistere, alzarsi dal letto e dedicarsi a qualche attività piacevole in attesa che venga ancora sonno. In caso di insonnia persistente, è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico. Per apprendere le tecniche di Yoga Nidra consiglio di rivolgersi a un insegnante esperto. È possibile studiare la tecnica da soli anche con il libro “Yoga Nidra” di Swami Satyananda Saraswati e con i cd delle Edizioni Satyananda Ashrama Italia.
tratto da:yogasutra.it

martedì 20 gennaio 2009

LE 4 NOBILI VERITA' DEL BUDDHISMO




Preciso, prima della seguente lettura, per chi non è pratico di questa filosofia che la parola dukkha significa "sofferenza" , "insoddisfazione".

La prima nobile verità: c'è dukkha

La vita come normalmente la conosciamo include necessariamente una certa dose di esperienze spiacevoli, di cui malattia, dolore fisico e disagio psicologico sono gli esempi più ovvi. Anche nelle società economicamente più avanzate, ansia, tensione fisica e mentale, demotivazione o un sentimento di inadeguatezza esistenziale sono comuni fattori di sofferenza.

A questo si aggiunge la limitatezza e la precarietà delle esperienze piacevoli; ad esempio, si può sperimentare dukkha in seguito alla perdita di una persona cara, o alla cocente delusione inflittaci da un amico. Potremmo accorgerci, inoltre, che a lungo andare non è possibile alleviare questi sentimenti spiacevoli attraverso le nostre strategie abituali, come ad esempio la ricerca di gratificazione, di maggiore successo o di una nuova relazione. Questo perché la fonte di dukkha è un bisogno di natura interiore.

E' una sorta di nostalgia, un desiderio profondo di comprensione, di pace e di armonia. La natura in ultima analisi interiore o spirituale di questo bisogno rende inefficaci i tentativi di appagarlo aggiungendo alla nostra vita oggetti piacevoli. Finché sussiste la motivazione a ricercare l'appagamento in ciò che è transitorio e vulnerabile - e basta un minimo di introspezione per accorgerci di quanto siano vulnerabili il nostro corpo e i nostri sentimenti - saremo soggetti alla sofferenza della delusione e della perdita.

"Essere uniti a ciò che non piace è dukkha, essere separati da ciò che piace è dukkha, non ottenere ciò che si desidera è dukkha. In breve, le attività abituali e automatiche del corpo e della mente sono dukkha."

La seconda nobile verità: dukkha ha un'origine.

L'intuizione del Buddha fu capire che questa motivazione distorta è in sostanza l'origine dell'insoddisfazione esistenziale. E perché? Perché continuando a cercare la felicità in ciò che è transitorio, perdiamo quello che la vita potrebbe offrirci se fossimo più attenti e più ricettivi spiritualmente. Mancando di attingere, per ignoranza, al nostro potenziale spirituale, ci lasciamo guidare da sensazioni e stati d'animo. Quando però la consapevolezza ci rivela che si tratta di un'abitudine, non della nostra vera natura, ci rendiamo conto che il cambiamento è possibile.

La terza nobile verità: dukkha può avere fine.

Una volta compresa la seconda verità, la terza ne discende naturalmente, se siamo capaci di "lasciar andare" le nostre abitudini egocentriche consce e inconsce. Quando smettiamo di reagire aggressivamente o di metterci sulla difensiva, quando rispondiamo alla vita liberi da pregiudizi o idee fisse, la mente ritrova la sua naturale armonia interna. Le abitudini e le opinioni per cui la vita appare ostile o inadeguata vengono intercettate e disattivate.

La quarta nobile verità: c'è una via per mettere fine a dukkha.

Si tratta di principi generali in base a cui si può vivere la vita attimo per attimo in una prospettiva spirituale. Non è possibile "lasciar andare" se non attraverso la coltivazione della nostra natura spirituale. In virtù di una pratica appropriata, invece, la mente comincia a rivelare la sua spontanea inclinazione per il Nibbana. Non serve altro che la saggezza di riconoscere che c'è una via, e che esistono gli strumenti per realizzarla. Tradizionalmente, la via viene descritta come il "Nobile ottuplice sentiero". Il simbolo della ruota, così comune nell'iconografia buddhista, è una rappresentazione dell'ottuplice sentiero, in cui ciascun fattore sostiene ed è sostenuto da tutti gli altri. La pratica buddhista consiste nel coltivare questi fattori, ossia: retta concezione, retta intenzione, retta parola, retta azione, retti mezzi di sussistenza, retto sforzo, retta attenzione e retta concentrazione.

Sono definiti "retti" in quanto implicano uno stile di vita che è in accordo con la virtù, la meditazione e la saggezza, piuttosto che prendere le mosse da una posizione egocentrica. Dunque è una via che è "retta" in relazione tanto agli altri che a se stessi.

"Chi ha comprensione e saggezza non concepisce di arrecare danno a se stesso o a un altro, o di arrecare danno a entrambi. Piuttosto, egli è intento al proprio bene, al bene dell'altro, al bene di entrambi, al bene del mondo intero."
tratto da:santacittarama.altervista.org

domenica 18 gennaio 2009

ECO...

Un ragazzino e suo padre passeggiavano tra le montagne.
All'improvviso il ragazzino inciampò, cadde e, facendosi male, urlò :"AAAhhhhhhhhhhh!!!"
Con suo gran stupore il bimbo sentì una voce venire dalle montagne che ripeteva: "AAAhhhhhhhhhhh!!!"
Con curiosità, egli chiese: "Chi sei tu?"
E ricevette la risposta: "Chi sei tu?"
Dopo il ragazzino urlò: "Io ti sento! Chi sei?"
E la voce rispose: "Io ti sento! Chi sei?"
Infuriato da quella risposta egli urlò: "Codardo"
E ricevette la risposta: "Codardo!"
Allora il bimbo guardò suo padre e gli chiese: "Papà, che succede?"
Il padre gli sorrise e rispose: "Figlio mio, ora stai attento..."
E dopo l'uomo gridò: "Tu sei un campione!"
La voce rispose: "Tu sei un campione!"
Il figlio era sorpreso, ma non capiva.
Allora il padre gli spiegò: "La gente chiama questo fenomeno ECO ma in realtà è VITA.
La Vita, come un'eco, ti restituisce quello che tu dici o fai.
La vita non è altro che il riflesso delle nostre azioni.
Se tu desideri più amore nel mondo, devi creare più amore nel tuo cuore.
Se vuoi che la gente ti rispetti, devi tu rispettare gli altri per primo.
Questo principio va applicato in ogni cosa, in ogni aspetto della vita; la Vita ti restituisce ciò che tu hai dato ad essa.
La nostra Vita non è un insieme di coincidenze, è lo specchio di noi stessi."

venerdì 16 gennaio 2009

LA STORIA DI TIZIANO TERZANI 6 DI 6 PARTI

Ecco l'ultima parte della storia del grande Tiziano.
Quest'ultima parte che conclude il filmato diviso in sei parti è tra le migliori!!!

giovedì 8 gennaio 2009

LE QUALITA' DEL SILENZIO

Il silenzio ha molte qualità.C'è il silenzio fra due rumori, il silenzio fra due note e il silenzio che si allarga nell'intervallo fra due pensieri. C'è il singolare, quieto, pervadente silenzio che si diffonde in campagna alla sera ; c’è il silenzio nel quale si ode il latrato di un cane in lontananza o il fischio di un treno che arranca per una ripida salita; il silenzio che regna in una casa quando tutti sono andati a letto, e il suo particolare risalto quando ti svegli nel cuore della notte e ascolti un gufo gridare nella valle; e c’è il silenzio che precede le risposte della compagna del gufo. C’è il silenzio di una vecchia casa abbandonata, e il silenzio di una montagna; il silenzio fra due esseri umani quando hanno visto la stessa cosa, sentito la stessa cosa, e agito. [...] C'è il silenzio della mente che non è mai toccata da alcun rumore, da alcun pensiero o da l'effimero vento dell’esperienza. Questo è il silenzio innocente, e pertanto infinito. Quando c'è questo silenzio della mente, da esso scaturisce l'azione e questa azione non è causa di confusione o infelicità. La meditazione di una mente che sia totalmente in silenzio è la benedizione che l’uomo sempre cerca. In questo silenzio ogni qualità del silenzio è. C’è quello strano silenzio che regna in un tempio o in una chiesa vuota sperduta nella campagna, senza il rumore di turisti e fedeli; e il pesante silenzio che regna nell’acqua è parte di quello che è fuori del silenzio della mente.

Jiddu Krishnamurti